Viaggion di Leonardo Fea in Birmania e regioni vicine

D. Vinciguerra

Table of Contents (ToC)

  1. I.
  2. II.
  3. III.
  4. Elenco delle specie raccolte in Birmania
  5. Fam. Ophiocephalidae
  6. Ophiocephalus marulius, Ham. Buch.
  7. Ophiocephalus striatus, Bl.
  8. Ophiocephalus gachua, Ham. Buch.
  9. Ophiocephalus punctatus, Bl.

Io sono lieto di sciogliere la promessa da me fatta in altro mio lavoro 1 , rendendo di pubblica ragione questo studio sulla collezione ittiologica radunata dal mio ottimo amico L. Fea, in vari distretti della Birmania. Prima di procedere alla enumerazione delle specie di cui essa si compone ho stimato opportuno premettere alcuni rapidi cenni sul viaggio testò compiuto dal Fea, che il lettore potrà facilmente seguire col mezzo dell'unita carta, nonché qualche considerazione svilla distribuzione geografica dei pesci di acqua dolce nella Birmania, tenendo specialinelite conto dei fatti che emergono dalle raccolte di lui.

Mi corre però, prima di tutto, strettissimo obbligo di porgere i miei più vivi ringraziamenti al March.se G. Doria, Direttore del Museo Civico, perchè egli, colla benevolenza da tariti anni mai smentita a mio riguardo, mi volle riservare lo studio di questa iniportantissima parte della collezione del Fea, quantunque cacrioni indipendenti dalla mia volontà mi impedissero di recarlo a compimento con quella sollecitudine che sai-ebbe stata richiesta.

I

Leonardo Fea lasciava Genova il 24 marzo 1885 e giungeva a Rangoon il 3 maggio, dopo aver fatto brevi soste a Bombay e a Calcutta. In Rangoon non si trattenne che una quindicina di giorni, allo scopo di prepararsi al viaggio nell'interno ed il 18 maggio ne ripartiva, recandosi in ferrovia a Prome, donde rimontava il fiume Irawadi sino a Mandalay, giungendo nella in allora capitale del regno Birmano il 25; ma non vi restava che sino all'8 giugno, nel qual giorno proseguiva il suo viaggio per Bhamo, il punto più settentrionale raggiunto dai vapori dell'Irawadi, ove arrivava iL 13. Quivi installatosi cominciava a radunare collezioni zoologiche, che pur non aveva trascurato durante il viaggio, cercando nel tempo stesso il modo di penetrare nel montuoso paese dei Catein, che si trova all' Oriente di Bhamo e che separa la Birmania dalla provincia cinese di Yunnan. Dopo circa 4 mesi di dimora in Bhamo, non riuscendo egli nello scopo prefissosi, si trasferiva il 30 settembre alquanto più in basso, a Shwegoo, soggiornandovi sino allo scoppio della guerra Anglo-Birmana,, che costringevalo a tornare a Mandalay, ove giungeva il 5 novembre. L'occupazione di Mandalay per parte delle truppe inglesi e la insurrezione che le tenne dietro lo tennero chiuso in città sino al 25 febbraio 1886, giorno in cui egli ripartiva per Rangoon, per inviare in Italia le collezioni già radunate e rifare il proprio equipaggiamento, essendogli state predate dai Birmani, insieme alle ricche raccolte fatte a Shwegoo, gran parte delle cose sue. Il 28 marzo il Fea lasciava nuovamente Rangoori per tornare in Bhamo, sempre coltivando il progetto di esplorazione del paese dei Catein. A tale scopo il 3 maggio egli trasportava il proprio quartiere generale a Teinzò sul fitune Moolay, che scende da quei monti. Le relazioni che aveva potuto contrarre con alcuni individui dell'agognato paese ed i rari ed interessanti animali da essi ricevuti, non facevano che invogliarlo sempre più, ma il progetto non potè realizzarsi. Solo il 9 maggio egli fece una breve gita in un villaggio Catein posto sulla montagna, ma non gli venne neppur concesso di pernottarvi. Non ancora scoraggiato il Fea trasportavasi il 2 giugno nuovamente in Bhamo, per tentare qualche nuovo mezzo di penetrare in quella sospirata regione; ma lungi dal riescirvi, le condizioni di sicurezza del paese peggiorarono talmente da rendere impossibile qualsiasi anche più breve escursione, talchè egli decise di abbandonare definitivamente l'alta Birmania e rivolgere i suoi passi in regioni più tranquille. Il 27 novembre lasciava Bhamo, e dopo una ferniata di una quindicina di giorni a Mandalay, scendeva nuovamente a Rangoon, ove giungeva il ,28 dicembre. Deciso ad esplorare la parte montagnosa del Tenasserim, assai poco nota sotto V aspetto zoologico, il Fea giungeva a Moulmein il 12 gennaio 1887 e dopo una gita alle FarmCaves, partiva il 17 dirigendosi verso la catena dei monti Dana, rimontando il fiume Gyeing, uno dei tre che formano l'estuario di Moulmein, e poscia l'Houngdarau, che ne è il principale confluente, sino a Kyundo. Di qui il giorno seguente recavasi a Kokarit, uno dei principali villaggi del distretto, ove cominciò le sue collezioni. Il 27 febbraio partiva da Kokarit per visitare il monte Mooleyit, il picco più elevato della catena, seguendo il corso dell'Houngdarau sino al torrente Meetan, che dà il nome ad un villaggio posto su di esso. Dopo una fermata di pochi giorni in questo villaggio, ed un' altra anche più breve in quello di Thagatà, che si può dire già alle falde del Mooleyit, a poca distanza dal torrente Meekalan che scende da questo, il 15 m.,.írzo INominciò la vera ascensione del monte, sulla cui vetta, posta ad oltre 1900 metri di altitudine, giungeva tre giorni dopo e vi dimorava per quattro giorni, trattenendosene alcuni altri a Plapò, luogo posto a 1200 metri di elevazione. Il tempo piovoso e l'intenso freddo sopraggiunto, che gli uomini che accompagnavano il Fea e gli elefanti che ne trasportavano i bagagli mal sapevano sopportare, lo costrinsero a por, termine a questa escursione, i cui risultati zoologici furono però ricchissimi, ed il 9 aprile tornava a Thagatà ed il 3 maggio, imbarcato sopra una canoa birinana scendeva l'Houngdarau e dopo breve sosta a Kokarit, per ritirare le collezioni ivi lasciate, rientrava a Moulmein il giorno 8 maggio, ed a Rangoon il 13 dello stesso inese. Dopo un nuovo soggiorno di oltre un mese a Rangoon, ancora sofferente per i disagi patiti si trasferí il 1.0 agosto nel bungalow della foresta di Palon, a circa quaranta miglia dalla città e vi restò sino al 24 settembre. Quantunque non ancora completamente ristabilito in salute, disponevasi allora ad una nuova esplorazione, quella del paese dei Carin indipendenti. Partito il 17 ottobre da Rangoon per Toungoo, ad onta del valido aiuto prestatogli dai missionari italiani ivi stabiliti, non potè, per causa di malattia, organizzare la gita sui monti prima del 6 dícembre e dopo sei giorni di viaggio giunse nella vallata di ladò, posta a circa 1000 m. di altitudine, trattenendosi in essa sino al 1.0 febbraio 1888, nel qual giorno si trasportò in Taò, villaggio abitato da Carin indipendenti. Dopo avere compiuto una escursione più a Nord sino al villaggio di Chialà, nel distretto dei Padaun, l'Il aprile abbandonava Taò tornando al basso sinchè giungeva il 20 aprile a Toungoo. Recatosi ancora una volta a Rangoon per sistemare le collezioni e rifornirsi di provviste il Fea, tornato a Toungoo ne ripartiva il 22 maggio. Dopo pochi giorni di soggíorno in Leitò, ove trovasi la sede della Prefettura Apostolica della Birmania Orientale, posto nel distretto dei Carin Chebà o Biapò, egli si recava nei villaggi di Puepolí, Meteleò e Cobapò trattenendosi vario tempo in ciascuno di essi. Costretto il 5 novembre per ragioni di salute di recarsi nuovamente a Rangoon non faceva ritorno nel paese dei Carin che il 1.0 gennaio 1889, al solo scopo di ritirare le già radunate collezioni ed il 9 era nuovamente a Toungoo ed alla fine del mese a Rangoon, disponendosi a tornare in patria. Il 1.0 febbraio infatti partíva per Pulo Pinang, ove arrivava il 5 . per attendere il piroscafo che doveva riportarlo in patria. Fatta una breve gita a Perak e passati alcuni giorni in compagnia del viaggiatore Loria, che recavasi alla N. Guinea, il 20 prendeva imbarco sul «Bisagno» della Navigaz. Gen. Ital. che lo riconduceva a Bombay il 1.0 marzo. Il 10 ne ripartiva e finalmente il 30 rientrava nel porto di Genova, dopo oltre quattro anní di assenza.

La quantità di collezioni i-adunata dal Fea in questi quattro anni di viaggio è realmente meravigliosa, specialmente se si tien conto delle difficoltà che si opposero all' effettuazione dei suoi progetti di esplorazioni dell'Alta Birmania, dolle malattie da cui fu in seguito colpito e della modestia dei mezzi di cui poteva disporre. Passeranno ancora parecchi anni prima che tutto il materiale, specialmente entomologico, da lui raccolto possa essere ordinato e studiato: varrà però a dare una idea della estensione delle sue raccolte, nelle quali si comprendono quasi tutte le classi di animali, l'enumerazione dei lavori sinora pubblicati in questi annali ad illustrazione di esse.

[ ... ]

Deve anche essere ricordato come un certo numero delle interessantissime lettere inviate dal Fea, durante il suo viaggio, alle proprie famiglie ed agli amici sia stato pubblicato dai giornali politici e come quasi tutte quelle dirette al Marchese Giacomo Doria o al Prof. R. Gestro. spesso accompagnate da artistici disegni, siano state riprodotte in parte o per intiero nel Bollettino della Società Geografica Italiana (Serie 2.a, vol. X (1885) p. 751-762, 855-856, 942-953, vol XI (1886) p. 107-121, 385-390, vol. XII (1887) pag. 1001; Serie 3.a, vol. 1 (1888) p. 378 e 478 e p. 854-868, al quale fu anche mandato dal Fea un riassunto speciale del suo viaggio nel Tenasserini (vol. 1, serie 3.a, p. 627-689). A proposito anzi di questa ultima pubblicazione mi piace qui ricordare il cenno che ne venne dato nel «Proceedings» della R. Società Geografica di Londra in cuí è detto che « his journey has resulted not only in the collection of an extraordinary number of new and interesting Species, but in a considerable addition to our very imperfect knowledge of the geography and topography of the region traversed » . (Proc. R. Geog. Soc. 1888, p. 711).

Valga tutto ciò a dimostrare il lavoro che il Fea, solo e con pochi mezzi, seppe compiere ad onta delle contrarietà che più di una volta gli attraversarono la via, dimostrando cosí tutta la tenacità e la perseveranza dell'indole sua.

ToC

II

Nel corso di questo lavoro io indicherò col nome di Birmania, che italianamente meglio si dovrebbe dir Barmania, quella vasta regione dell'Indo-Cina, la quale dalle estreme balze orientali dell'Imalaja, che formano i passi donde si penetra nell'Altipiano del Tibet, si spinge sino all'istino di Kra che la separa dalla penisola dí Malacca ed è limitato ad Ovest dal golfo di Bengala e dai regni di Assam e Manipur e ad Est dalle catene di montagne che la dividono dal Siam e dalla Cina. Essa viene pertanto a comprendere non solo tutto il paese, sino a pochi anni or sono indipendente, che formava il regno di Ava od impero Birmano, ma altresí la Birmania inglese con i suoi distretti di Arracan, Pegu. e Tenasserini, ed una parte dei paesi abitati dalle tribù indipendenti, dei Catein, degli Scian e dei Carin, comprendendo anche le isole Andaman e Nicobar. La fauna ittíologica marina di questa regione, il cui litorale è relativamente poco esteso non ha caratteri particolari, perché essa, come è noto, è quasi uniforme dal Mar Rosso e dalle coste orientali dell'Africa fino alla Polinesia: essa non presenta quindi uno speciale interesse ed è per questo. motivo che il Fea, pur quando avrebbe potuto, tralasciò di far raccolta di pesci decisamente marini, dedicando tutta la sua attenzione a quelli proprí dell e acque dolci. ~ però necessario ricordare come la distinzione tra pesci d'acqua dolce e pesci marini, che nei nostri paesi apparisce tanto facile e piana non è più tale nelle regioni tropicali dove i fiumi danno quasi tutti origine a delta di grande estensione, attraversati da numerosi rami, allo sbocco di ciascuno dei quali formano estuarii, ove l'influenza della marea è considerevolissima, tanto da farsi sentire anche a notevole distanza dalla foce, come avviene precisamente nell'Irawadi'nel cui ramo principale essa si avverte per un'estensione di 200 chilometri. Mentre presso di noi le acque salmastre non hanno una ittiofauna particolare, poiché il solo Cyprinodon calaritanus se ne può dire caratteristico e le specie marine che possono penetrare nei fiumi, (anadrome) si possono contar sulle dita ed una sola, l'anguilla, va dalle acque dolci nel mare (catadrome), nelle regioni tropicali We albergano numerose specie che raramente se ne allontanano nel tempo stesso che vi si danno convegno forme essenzialmente fluviali o marine. Delle 161 specie di pesci che fanno parte di questa collezione, una sola, il Caranx hippos, può dirsi assolutamente marina, le altre, quand'anco ordinarie abitatrici del mare, furono già raccolte negli estuarii e nei corsi dei grandi fiumi, talora anche al di là dei limiti dell'influenza della marea: molte poi, ed in particolar modo quelle provenienti dai torrentelli di montagna, appartengono alla fauna caratteristica delle acque dolci.

Per le esposte considerazioni riesce pertanto impossibile il dare, come sarebbe stata mia intenzione, uno specchio comparativo delle forme degli estuarii e di quelle propriamente fluviali, e solo mi devo limitare ad accennare come probabilmente caratteristielie di quelli le specie raccolte a Rangoon, mentre quelle del paese dei Catein, dei Carin e delle montagne del Tenasserim si possono ritenere come esclusivamente fluviali. Non posso però passare sotto silenzio la circostanza che io ho potuto constatare nello studio di questi pesci, che talune specie le quali nel Gange ed in altri fiumi non sí allontanano, a quanto sembra, che assai poco dalla foce di essi, nell'Irawadi si incontrano fino all' altezza di Bhamo, vale a dire a ben oltre 1200 chilometri di distanza dal mare, lungo il corso del fiume; ciò deve probabilmente attribuirsi alla debole pendenza del gran fiume Birmano ed alla mancanza in esso di ostacoli- sia naturali che artificiali.

La fauna ittiologica delle acque dolci della Birmania non è certo delle più conoscíute. Primo a raccogliere pesci in questa regione fu probabilmente il Dott. Francis Buchanan, che in seguito aggiunse al primo cognome quello di Hamilton, il quale nel 1794 accompagnava il capitano Symes, inviato in missione ad Ava: però nella sua opera intorno ai pesci del Gange, pubblicata nel 1822, non fa menzione che di una sola specie di pesce di Birmania, il Cyprinus (ora Labeo ) rohita 2 . La conoscenza dei pesci d'acqua dolce di questa regione aumentò alquanto per le collezioni fatte a Rangoon dal Dott. Reynaud, chirurgo a bordo della nave francese « la Chevrette ». Nella grande opera di Cuvier e Valenciennes è contenuta la descrizione di 35 specie di tale provenienza, delle quali alcune nuove ed altre già conosciute dei fiumi dell'India 3 ; non rísulta però con esattezza l'epoca nella quale furono fatte queste collezioni: può però ritenersi che ciò avvenisse fra glí anni 1825 e 1835. Non è parimenti certa l'ortografia del nome del raccoglitore, che nell'opera di Guvier e Valenciennes è indicato sotto i diversi nomi di Reynaud, Raynaud. e Regnault. lo ho adottato il primo modo di scrivere, che è quello generalmente usato da Cuvier e Valenciennes.

Le specie raccolte furono le seguenti: ho indicato i nomi specifici ora adottati, quando differiscono da quelli di Cuvier e Valenciennes.
[ ... ] [ ... ]
Ophiocephalus striatus , Bloch vol. VII p. 417
[ ... ] [ ... ]

[ ... ]

Si noti però che due di queste specie, l' Exostoma Andersonii e il Barilius interrupta furono raccolte dall'Anderson a Hotham, nel paese dei Catein e Day non le ha comprese nei suoi lavori generali. A me pare però che esse possano essere comprese tra i pesci della Birmania, poichè provengono da corsi d' acqua tributari dell' Irawadi in paese compreso tra i limiti da me assegnati a questa regione. Alcune altre sue memorie si riferiscono in tutto, o in parte ai pesci Birmani, e vi sono indicate per la prima volta le seguenti specie:
[ ... ] [ ... ]
Ophiocephalus aurolineatus , Bloch P. Z. S. 1870 p. 99 == Ophiocephalus marulius, H. B:
[ ... ] [ ... ]
Tutte le specie già conosciute di pesci Birmani, sia descritte da Da y che da altri, sono poi comprese, salvo pocliissime eccezioni, insieme ad altre nuove, nelle due edizioni della sua grande opera sui pesci dell'India 4 .

A completare questa breve rassegna storica degli autori di lavori ittiologici Birmani e di viaggiatori che ne fornirono i materiali, debbo ancora ricordare il Prof. J. Anderson che nelle sue due spedizioni nell'Yunnan radunò 23 specie di pesci nel bacino dell'Irawadi, che furono in parte illustrate da Day ed in parte da lui stesso 5 ed alcune descritte come nuove, quali la Rita sacerdotum , il Barbus Margarianus e il Danio kakhienensis , come pure i capitani Comotto ed Ansaldo, che inviarono al Museo Civico di Storia Naturale di Genova piccole collezioni, il primo da Minhla sull'Irawadi, l'altro da Bassein sul fiume omonimo, che furono da me studiate e pubblicate 6 . Rammenterò finalmente come in questi ultimi anni sia stata pubblicata per cura del Theobald una nuova edizione dell'opera di Mason, in cui la parte ittiologica è completamente rifatta sulla scorta dei lavori di Day 7 , e comprende oltre 470 specie di pesci, una gran parte dei quali sono pero esclusivaemnten marini. Anche più recentemente il primo volume del «British Burma Gazetteer» contiene una enumerazione di pesci birmani, che altro non è che un estratto dei «Fishes of India» 8 ; in esso sono enumerate soltanto 243 specie, perchè ne furono escluse quelle delle isole Andaman e Nicobar e queelle comuni a tutto L'Oceano Indiano ma non indicate sinora di determinata località Birmana. Per quanto riguarda poi la parte industriale, vale a dire la pesca e le sue applicazioni, si hanno alcune, ma imcomplete notizie nei rapporti del Day sulla pesca nell'India 9 .

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III.

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Passando ora ad un esame ' più accurato dá singoli gruppi, si vede come i pesci cartilaginei sieno rappresentati da due specie soltanto, raccolte a Rangoon. Il Fea mi ha narrato di aver visto pescare a Bhamo delle grossissime razze, che per la loro mole non ha potuto conservare; ciò però non deve recare alcuna meraviglia, conoscendo come pesci di questa famiglia si trovino nei gràndí fiumi americani a notevole distanza dalla loro foce e come anche qualche specie di squalo possa vivere in acque assolutamente dolci. Il Moseley racconta 10 come in una delle isole Figi viva in un lago separato dal mare da una cataratta una specie di squalo, il Carcharias gangeticus , M. H., che fu anche trovato nel Tigri presso a Bagdad, a 350 miglia di distanza, in linea retta, dal mare. D'altronde non è certo tra i Selacii, che si possono cercare forme caratteristiche di una ittiofauna di acqua dolce. Come pure l'ordine degli Acantotteri, se se ne eccettuano alcune famiglie, comprende par la massima parte forme marine o d'estuario, comuni a tutto, o per lo meno ad un gran tratto dell'Oceano Indiano. Due specie di Ambassis , i pochi Nandidi, Mastacembelidi ed Ofiocefalidi si possono ascrivere soltanto alle specie assolutamente fluviali.

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Elenco delle specie raccolte in Birmania

Ophiocephalus marulius , H. B. Ophiocephalus striatus , Bl. Ophiocephalus gachua , H. B. Ophiocephalus punctatus , Bl.
Rangoon (Pegu) + +
Mandalay (Alta Birmania) + + + +
Bhamo (Alta Birmania) + + + +
Teinzo (Alta Birmania)
Mt. Catcin (Alta Birmania) +
Kokarit (Tenasserim)
Meetan (Tenasserim)
Meekalan (Tenasserim)
Thagatà (Tenasserim) +
Bhapo (Carin)
Tao (Carin)
Iado (Carin) +

[ ... ]

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Ophiocephalidae

36. Ophiocephalus marulius, Ham. Buch.

Ophiocephalus marulius , Ham. buch., Fish. Ganges, p. 65 e 367, tav. 17 fig. 19
Günth. Cat. Fish. III, p. 478 .
Day, Fish. India, p. 363, tav. LXXVI, fig. 4 .
-, Faun. Br. Ind. Fish II, p. 360 .
Rangoon, 1 esempl. Mandalay, 5 esempl. Bhamo, 7 esempl. lung. mass. 0 m 376

O. marulius

Questi individui hanno tutti una macchia rotonda nera, circondata da un anello bianco sulla base dei raggi codali superiori e presso la linea laterale alcune macchie trasversali scure, quali più, quali meno distinte, dirette dall'avanti all'indietro e pure marginate posteriormente di bianco. Le più marcate sono quattro, delle quali la prima si trova a poca distanza dàll'apice della pinna pettorale e le altre si seguono equidistanti con un intervallo di circa 10 squame l'una dall'altra. I raggi della pinna dorsale variano in numero da 50 a 54 e le squame della linea laterale da 65 a 70.

Day ha anche descritto (Proc. Zool. Soc. London, 1870, p. 99) un Ophiocephalus aurolineatus di Moulmein, che presenta una stria longitudinale dorata che dal muso, passando sulla linea laterale, va sino alla coda, ma in seguito ha riconosciuto essere questo il giovane del marulius : nessuno degli esemplari da me esaminati, tutti abbastanza adulti, presentava questo carattere.

æ, secondo Io stesso Day, possibile l'esistenza di individui ibridi, provenienti da specie diverso del genere Ophiocephalus , il che può renderne in alcuni casi incerta la determinazione. La stessa specie inoltre apparisce sotto forme molto svariate secondo l'età e il luogo donde proviene ed alcuni caratteri possono modificarsi in modo notevole; le stesse pinne ventrali possono scomparire, almeno da un lato, come difatti è avvenuto in uno degli individui di Mandalay ed in un' altro di Bhamo, en trambi fra i meno sviluppati. Day afferma non avere riscontrati casi in cui entrambe le pinne ventrali fossero scomparse. Questa mancanza devo assai probabilmente attribuirsi a logoramento prodotto dallo strisciare sulla terra, che questi animali fanno talora per tempo abbastanza lungo. 11

Mi sembra che un buon carattere per distinguere fra loro le varie specie sia quello stesso che serve a caratterizzare molto specie del genere Mugil , vale a dire la forma della regione golare e la disposizione della mandibola inferiore e del subopercolo in rapporto ad essa. in questa specie lo spazio golare è piuttosto largo ed ovoide anteriormente; i subopercoli non sono contigui in alcun punto del loro margine ínferiore, si avvicinano però posteriormente per allontanarsi di nuovo; su di essi vi sono alcuni piccoli gruppi di pori quasi equidistanti. Il colorito, di questa regione è uniformemente bianco o solo leggermente marmorizzato di bruno.

Si trova nei fiumi dell'India, della Birmania e della Cina.

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37. Ophiocephalus striatus, Bl.

Ophiocephalus striatus , Bloch, Ausl. Fisch., tav. 359
Günth. Cat. Fish. III, p. 474 .
Day, Fish. India, p. 366 .
-, Faun. Br. Ind. Fish II, p. 363 .
Vincig. Ann. Mus. Civ. XVIII, p. 653 .
Ibid., serie 2a, II, p. 89 .
Mandalay, parecchi esempl. Bhamo, 1 esempl. lung. mass. 0m, 31.

O. striatus

Lo spazio golare in questa specie si rassomiglia a quello della specie precedente, ma è più stretto; ha forma ovale anteriormente, allungata posteriormente, dove le ossa opercolari diventano assai vicine fra di loro, mantenendosi per lungo tratto parallele senza però diventar contigue e tanto meno sovrapporsi: i gruppi di pori sono molto numerosi: il colorito di questa regione è bianco. Il muso è alquanto più acuto che nel marulius.

æ, come ho già osservato altrove , specie molto diffusa, che trovasi anche in Cina. Il Museo la possiede già di Bassein e di Minhla.

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38. Ophiocephalus gachua, Ham. Buch.

Ophiocephalus gachua , Ham. buch., Fish. Ganges, p. 68 e 367, tav. 21 fig. 21
Günth. Cat. Fish. III, p. 471 .
Day, Fish. India, p. 367 .
-, Faun. Br. Ind. Fish II, p. 364 .
Mandalay, 3 esempl. Bhamo, 1 esempl. Catcin Cauri, 1 esempl. Thagatha Juvà, 14 esempl. Jado, 1 esempl. lung. mass. m. 0. 242.

O. gachua

La regione golare in questa specie presenta un po' di rassomiglianza con quella dell' O. marulius , ma è molto più corta ed i margini delle ossa subopercolari decorrono quasi paralleli in tutta la loro lunghezza: i pori non esistono o sono assai poco marcati: il colorito di questa regione e delle parti vicine è uniformemente bruno, come lo è pure quello di tutta la regione inferiore del corpo, segnatamente negli individui a dulti, che si possono dire del tutto unicolori.

L' O. gachua si distingue dall'affine punctatus per la forma della testa che è relativamente assai più larga e più tozza che in ogni altra specie ed il muso meno sporgente e per le fascie trasversali oscure che si notano sulle pinne pettorali, però assai poco distinte negli individui giovani. Il numero dei raggi dorsali negli individui da me esaminati è, 35-36 e parecchi di essi mostrano ben marcata la margínatura delle pinne verticali, che dovrebbe essere di colore aranciato, mentre, per effetto dell'alcool, è bianca. Uno degli esemplari ha le pinne ventrali quasi distrutte e i primi raggi anali logori sino alla base, per effetto dello strisciamento sul suolo.

Un esemplare giovanissimo di Thagatà Juvà ha una macchia nera sull' origine delle pettorali , che sono quasi senza fascíe ed ha il muso aguzzo e lo spazio golare ristretto come nel punctatus .- potrebbe facilmente essere un ibrido fra questo ed il gachua .

Si trova in tutta l'lndia e la Birmania.

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39. Ophiocephalus punctatus, Bl.

Ophicephalus punctatus , Bloch, tav. 358
Ophiocephalus punctatus , Günth. Cat. Fish. III, p. 469 .
Day, Fish. India, p. 366, tav. LXXVIII, fig. 1 .
-, Faun. Br. Ind. Fish II, p. 364 .
Ibid., serie 2a, II, p. 90 .
Rangoon, 1 esempi. Mandalay e Bhamo, diversi esempi. lung.mass. m , 0. 230.

O. punctatus

A differenza del gachua il muso di questa specie è più lungo, la testa più stretta, la porzione scoperta della regione golare ristretta, ovale anteriormente e posteriormente triangolare, ove è chiusa dalle ossa opercolari che si sovrappongono : il colorito di tutte le parti inferiori del capo è bruno con punteo- iature bianche e quello delle partí inferiori del corpo gialliccio. Le parti superiori e laterali del corpo sono brune con 9 o 10 macchie più scure sopra la linea laterale.ed altrettante al disotto di essa, senza però che queste coincidano con quelle. Le pinne pettorali hanno costantemente una macchia nera alla base e sono punteggiate di bruno ma senza che si formino fascie. i raggi dorsali sono in numero di 32.

Si trova in tutta l'lndia nelle acque dolci: il Museo Civico l'ebbe già dal cap. Ansaldo, raccolto a Bassein.

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Footnotes

1 D. Vinciguerra. - Enumerazione di alcuni pesci raccolti alle foci del Gange e dell' Irrawaddi dal Capitano Gerolamo Ansaldo. Ann. Mus. Civ. Genova, Serie 2a, vol. II, p. 82 . Back

2 F. Hamilton Buchanan. Account on the Fishes found in the Ganges , Edinburgh 1822 (con atlante di 39 tavola), p. 302. Back

3 V. Cuvier et A. Valenciennes. Histoire Naturelle des Poissons , Paris 1829-49, (con atlante di 652 tavole). Back

4 F. Day. The Fishe of India , London 1878 (con atlante di 198 tavole.) - Supplement, 1888 ( Una parte die questo Supplemento è pubblicato nei Proc. Zool. Soc. London 1888, p. 258-265, con titolo «Observations on the Fishes of India» ). - The Fauna of British India, including Cealon and Burma , edited by W. E. Blanford. Fishes, by F. Day, Vol. 2, London 1889. Back

5 J. Anderson. Anatom. and Zoolog. Research., compr. Account of the Zool. Results of the two expedit. to Western Yunnan , Calcutta 1879 (con atlante di 85 tavola). Pisces. p. 861. Back

6 D. Vinciguerra. Enumerazione di alcuni pesci raccolti d Minhla sull'Irawaddi dal Cap. Cav. G. B. Comotto , in Ann. Mus. Civ. Genova, vol XVIII, p. 651-660. Enumerazione di alcuni pesci raccolti alle foci del Gange e dell' Irrawaddi dal Capitano Gerolamo Ansaldo. , ivi, serie 2a, vol ii., p. 82-96. Back

7 Burma, its people and productions , Vol. I, Geology, Mineralogy and Zoology, rewrittenen and enlarged by W. Theobald, Hertford, 1882. Back

8 British Burma Gazzetteer, Vol. I, Rangoon, 1880. Back

9 F. Day. Report on the Fresh-water Fish and Fisheries of India and Burma , Calcutta, 1873. Report on the Sea Fish and Fisheries of India and Burma , Calcutta, 1873. Back

10 H.N. Moseley. Notes by a naturalist on the Challenger , p. 325. Back

11 Il prof. Canestrini descrisse ( Arch. Zool. Anat. Comp. 1, p. 77, tav. IV, fig. 7 ) sotto il nome di Ophiocephalus apus , una specie di Giava in cui le pinne ventrali sono completamente assenti: essa è pertanto riferibile al genere Channa , che non differisce dall' Ophiocephalus che per la mancanza di queste pinne. lo ho esaminato gli esemplari tipici che sono conservati nel Museo Zoologico della R. Università di Genova ed ho potuto convincermi che assai probabilmente essi sono identici alla Channa orientalis, BI. descritta e figurata da Day ( Fish. India, p. 368, tav. LXXVIII, fig. 2 ) e proveniente da Ceylan. Canestrini assegna a questi esemplari 33 raggi dorsali e 23 anali e 40 squame sulla linea laterale e la Channa orientalis ha D. 34 A - 22. I. lat 41.; la differenza è pertanto affatto insensibile. Back

Acknowledgement and Source(s)

This text was originally published under the above title in: Annali del Museo Civico di storia naturale di Genova ; (2nd Ser.) vol. 9, 1889, pp. 129-362.

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